La nuova legge di bilancio 2022 ha prorogato i bonus riguardanti i lavori in casa. Sono quindi state riconfermate tutte le agevolazioni del 2020 , con interessanti novità sulle detrazioni fiscali per inferriate, che vi riassumiamo nel dettaglio in questo articolo.
Bonus Casa 2022 attivi: per tutto il 2022 i cittadini Italiani possono utilizzare i bonus ristrutturazione (uno dei più utilizzati) per i lavori in casa, l’Ecobonus per la riqualificazione energetica e il sisma bonus per la riduzione del rischio sismico. Sono stati riconfermati anche il bonus mobili per l’acquisto di arredi ed elettrodomestici e il bonus verde per il rifacimento dei giardini e terrazzi. Sono stati prorogati anche bonus caldaia e stufa a pellet, con addirittura i risparmi che vanno dal 50% al 65% della spesa effettuata. Interessanti novità riguardano il bonus facciate e il bonus rubinetti. Vediamo nel dettaglio come la detrazione si applica a tutti i modelli di inferriate per finestre, i documenti necessari e tutto quello che occorre sapere per accedere alle agevolazioni fiscali.
In questo articolo analizziamo:
Il bonus per lavori di ristrutturazione, che comprende tra l’altro la l’acquisto e la sostituzione delle inferriate di sicurezza, è uno degli incentivi legati alla casa di maggiore successo. È stato confermato dalla legge di bilancio 2022 e permette di detrarre il 50% delle spese sostenute fino a un massimo di 96.000 euro per singola unità immobiliare. È semplice effettuare la detrazione fiscale ai fini IRPEF, è sufficiente compilare il modulo “dichiarazione dei redditi 730” indicando la cifra del totale pagato con bonifico apposito per detrazione lavori di ristrutturazione (comprende la fornitura, la posa e l’IVA). Per questa cifra sarà possibile detrarre il 50%, la legge prevede un rimborso annuo per 10 anni. Il rimborso annuo è pari al 10% dell’importo detraibile.
Per fruire della detrazione è necessario che i pagamenti siano effettuati con bonifico bancario o postale (anche “on line”), da cui risultino:
Le spese che non è possibile pagare con bonifico (per esempio, oneri di urbanizzazione, diritti per concessioni, autorizzazioni e denunce di inizio lavori, ritenute fiscali sugli onorari dei professionisti, imposte di bollo) possono essere assolte con altre modalità. Quando vi sono più soggetti che sostengono la spesa e tutti intendono fruire della detrazione, il bonifico deve riportare il numero di codice fiscale delle persone interessate al beneficio.
È possibile emettere il bonifico apposito per le detrazioni attraverso l’utilizzo del portale della propria banca, la maggior parte delle banche oggi lo permette, si può anche effettuar il bonifico allo sportello della propria banca. Viene chiamato bonifico parlante perché riporta il mittente e il beneficiario, soprattutto il numero di fattura al quale si riferisce e la casuale “RISTRUTTURAZIONE”.
Si consiglia di prestare molta attenzione durante la compilazione, qualsiasi inesattezza o imprecisione potrebbe la perdita delle detrazioni. Sono capitati più casi in cui, pur avendo diritto ai bonus, a causa degli errori di compilazione le agevolazioni fiscali sono state perse.
Il bonifico per lavori di ristrutturazione scrivendo i dati qui di seguito riportati:
L’Agenzia delle Entrate ha più volte ribadito che il bonus fiscale non può essere utilizzato se i dati riportati nel bonifico parlante non sono corretti. Il bonifico parlante è l’unico strumento di pagamento consentito che consente di accedere alle detrazioni, chi paga con assegno o carta di credito non potrà usufruire dei benefici fiscali. È importantissimo e fondamentale conservare la contabile del bonifico, infatti questa ricevuta è un documento importante da consegnare a chi ci compilerà il modulo 730, utile soprattutto in caso di controllo incrociato.
Possono usufruire della detrazione tutti i contribuenti assoggettati all’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), residenti o meno nel territorio dello Stato.
L’agevolazione spetta non soltanto ai proprietari degli immobili ma anche ai titolari di diritti reali/personali di godimento sugli immobili oggetto degli interventi e che ne sostengono le relative spese:
Hanno diritto alla detrazione, inoltre, purché sostengano le spese e siano intestatari di bonifici e fatture:
In questi casi, ferme restando le altre condizioni, la detrazione spetta anche se le abilitazioni comunali sono intestate al proprietario dell’immobile. Nel caso di due comproprietari di un immobile, se la fattura e il bonifico sono intestati a uno solo di essi, ma le spese di ristrutturazione sono state sostenute da entrambi, la
detrazione spetta anche al soggetto che non è stato indicato nei predetti documenti, a condizione che nella fattura sia annotata la percentuale di spesa da quest’ultimo sostenuta.
Se è stato stipulato un contratto preliminare di vendita (compromesso), l’acquirente dell’immobile ha diritto all’agevolazione se:
Può richiedere la detrazione anche chi esegue in proprio i lavori sull’immobile, limitatamente alle spese di acquisto dei materiali utilizzati.
Per richiedere le detrazioni fiscali le cose si sono semplificate e non poco. È infatti sufficiente indicare nel modulo 730 dichiarazione dei redditi i dati catastali dell’immobile, la tipologia di detrazione, gli importi e i dati a completare la richiesta.
I contribuenti che usufruiscono dell’agevolazione devono conservare ed esibire, a richiesta degli uffici, i documenti indicati nel provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate del 2 novembre 2011. In particolare, oltre alla ricevuta del bonifico, sono tenuti a conservare le fatture o le ricevute fiscali relative alle spese effettuate per la realizzazione dei lavori di ristrutturazione.
Questi documenti, che devono essere intestati alle persone che fruiscono della detrazione, potrebbero essere richiesti, infatti, dagli uffici finanziari che controllano le loro dichiarazioni dei redditi.
Per gli interventi realizzati sulle parti comuni condominiali il contribuente, in luogo di tutta la documentazione necessaria, può utilizzare una certificazione rilasciata dall’amministratore del condominio, in cui lo stesso attesti di avere adempiuto a tutti gli obblighi previsti e indichi la somma di cui il contribuente può tenere conto ai fini della detrazione.
Inoltre, il contribuente deve essere in possesso di:
Le detrazioni non sono riconosciute e l’importo eventualmente fruito viene recuperato dagli uffici quando:
L’installazione di grate di sicurezza con lo scopo di evitare atti illeciti, è definito dall’Agenzia delle Entrate come un intervento in edilizia libera rientrante nella manutenzione ordinaria. Il decreto rilancio consente di accedere alla cessione del credito e di conseguenza allo sconto in fattura ad una serie di interventi elencati nell’art 16 bis del TUIR ma non a tutti. Nell’articolo vengono ben distinti due generi di intervento: uno per singola unità abitativa e uno per interventi su parti comuni.
L’Agenzia delle Entrate con la Circolare 15/E del 12 luglio 2018 la Legge di bilancio 2018 (L. 205/2017) ha fornito una norma di interpretazione autentica in merito ai beni significativi, legando l’aliquota IVA all’autonomia funzionale delle componenti staccate rispetto ai beni significativi indicati nel D.M.29 dicembre 1999.
Le grate di sicurezza, installate al fine di prevenire atti illeciti da parte di terzi sono soggette all’aliquota del 10%.
12 Febbraio 2020 © Riproduzione riservata
Alessandra Alessi
12 Marzo 2021 alle ore 23:11
Complimenti!! Davvero un articolo utile,,esaustivo, chiaro, preciso!!!
Alessandra